8-Grazie Di Pietro

Devo ringraziare Antonio Di Pietro e “quelli come lui” se il 14 febbraio 1993 ho lasciato per sempre l’Italia. Alcuni mi hanno accusato di essere fuggito, terrorizzato dall’idea di essere arrestato, altri hanno formulato l’ipotesi che ero impazzito e che “i miei cari” avevano deciso di rinchiudermi in una clinica psichiatrica, altri ancora hanno scelto la versione più simpatica: “E’ fuggito con una cantante, per raggiungere le mazzette  sottratte agli italiani”. Al riguardo si può pensare quello che si vuole senza dimenticare però la famosa citazione: “Se mi accusassero di aver rubato le torri di Notre Dame-diceva un importante uomo politico che aveva poca fiducia nella giustizia-comincerei con lo scappare”.

Andandomene, non ho più partecipato, direttamente o indirettamente, a quello che é avvenuto in Italia, né con la mia attività professionale, né con la mia attività politica. In effetti, dopo la rivelazione della mia vicenda giudiziaria da parte della stampa locale e nazionale, per quanto riguarda l’aspetto professionale, la mia partenza deve sicuramente essere stata apprezzata dal Presidente dei Dottori Commercialisti di Alessandria, che, dopo aver chiesto la mia radiazione dall’Albo, avrà sicuramente emesso un sospiro di sollievo data la situazione insopportabile di avere tra i propri associati un criminale come il sottoscritto, dall’integerrimo Direttore della Cassa di Risparmio di Torino, che mi chiese di coprire al più presto  il piccolo scoperto di conto corrente che mi aveva concesso qualche tempo prima(forse avrà pensato che era meglio approfittare delle mazzette finché c’erano), dai clienti del mio studio che continuavano a ripetersi: “Ma vi rendete conto in che mani eravamo?”, e dai miei immacolati concittadini che hanno imbrattato, con scritte offensive, la mia targa professionale. Per l’attività politica le considerazioni favorevoli al mio espatrio sono state unanimi: “Ma quale politica? Era solo il portaborse di Saragat! E poi così si chiuderà in modo definitivo la storia del Senatore Buzio: clientelismo e ghiaia!”.

Andandomene il tempo si è fermato, nei miei ricordi soltanto Piero Gobetti, Giacomo Matteotti, Filippo Turati, Claudio Treves, Giuseppe Saragat, Giuseppe Romita, Pietro Bucalossi, Matteo Matteotti e nessun nome di quelli di oggi: Grillo e tutti gli altri per intenderci.

Andandomene ho ritrovato una nuova patria, l’Alta Savoia, un luogo non molto diverso dal Piemonte, dove sono nato. Posso ammirare i ghiacciai del Monte Bianco (più volte citati sui giornali e in pubblici dibattiti dal Biografo ufficiale di Di Pietro) e vivo tranquillamente secondo i miei principi esprimendo le mie idee in mezzo a gente civile e celebrando i miei eroi: per esempio visitando il sito di Morette (74230 La Balme de Thuy / Thônes) creato in ricordo del Tenente Tom Morel e dei suoi valorosi commilitoni morti per difendere la libertà e la giustizia nel 1944.

Andandomene mi è stata concessa l’opportunità straordinaria di non incontrare più i “riciclati” della politica italiana, quelli che hanno avuto il coraggio per anni di sedersi in Parlamento a Roma accanto ai carnefici delle loro idee, dei loro amici, dei loro genitori e di tutti gli altri politici del 1992 che hanno approfittato forse anche solo  indirettamente(nessuno escluso) delle mazzette , magari partecipando ad una riunione nei locali il cui affitto era pagato per l’appunto con i finanziamenti illeciti. Non voglio citare il nome dei personaggi degli altri partiti, ma mi piacerebbe tanto parlare di un parlamentare del mio partito. Tante volte ho pensato e ripensato a lui, ho anche scritto degli articoli, ma all’ultimo momento non me la sono sentita di pubblicarli. Mi sono detto: “Lascia perdere in fondo rimane comunque un vecchio compagno di lotta”. Certo nella mia anima continuano a girovagare delle domande senza risposta: come avrà fatto a dormire la notte sapendo di essere uno dei veri responsabili di quello che è successo, come avrà fatto a guardarsi ogni mattina nello specchio senza arrossire, come avrà fatto a prendere il caffè alla buvette del Senato o della Camera accanto a certi individui.

Tra qualche mese saranno passati vent’anni dall’ordine di custodia cautelare dello stimatissimo giudice di Milano Italo Ghitti. Mi sembra che di “Mani pulite” non si ricordi più nulla nessuno. Anche le mie figlie italiane dicono che: “Non capiscono!”. Uno che la pensava come me è morto (parlo dell’ambasciatore Usa in ltalia, Reginald Bartholmnew) e tutti quanti dicono che le sue dichiarazioni non hanno valore appunto perché…è morto; molto probabilmente succederà la stessa cosa anche a me.

Due anni fa ho cercato di spiegare a dei giornalisti italiani quello che pensavo, in alcuni casi anticipando quello che sta avvenendo in questi giorni, non mi hanno ascoltato, hanno preferito salvaguardare quelli che pensavano essere  i propri interessi.  Poi un giornalista è venuto a casa mia, abbiamo parlato, ha preso un tè, poi  é ritornato in Italia e qualche giorno dopo ha pubblicato un articolo su di me scrivendo quello che ha voluto su un giornale che non avevo mai visto. Dopo quindici giorni i Carabinieri(sempre loro come vent’anni fa) erano davanti alla mia vecchia residenza di Acqui Terme, dove abita ancora una delle mie figlie con la madre da cui sono divorziato.

Impossibile sapere di cosa si trattava, poi nel mese di agosto ho ricevuto una raccomandata del Tribunale di Roma (una delle solite lettere con timbri che non si leggono, firme che non si capiscono e con elenchi di articoli di legge senza dire assolutamente niente), scritta senza neanche usare le normali forme di educazione, per esempio usando la formula ”Egregio signore”, ma con un tono burocratico e impersonale quasi come dire: “Ehi tu attenzione se vieni in Italia ti facciamo fuori… ” e con le solite minacce e i termini perentori: se non fai questo succede quello e così via. In pratica un documento dove sei già considerato  colpevole. Forse hanno dimenticato di scrivere subito la pena ! Comunque non importa si divertano pure a sparare su un uomo morto! Il giornalista, il giornale, i procuratori: tutte vittime innocenti.  Ancora adesso non so di cosa sono stato accusato: ho solo capito che Di Pietro si è offeso.

Al di là di quello che è stato scritto sul Fatto quotidiano o delle dichiarazioni che mi sono state attribuite è strano che noi di quei tempi non soltanto abbiamo dovuto subire una delle più  infami persecuzioni della storia d’Italia e di molti altri paesi democratici, ma dobbiamo anche tacere. Noi non possiamo criticare, noi non possiamo raccontare la nostra storia, perché la vera storia è solo la loro. Loro possono possedere appartamenti, noi no; loro possono occupare cariche pubbliche, noi no; loro possono avere 6 pensioni, noi no; loro possono querelare, noi no. In uno dei miei articoli dicevo di confrontare il mio patrimonio di prima e di oggi con quello di Di Pietro. Qualcosa è stato fatto, ma molti, in genere quelli che da vent’anni vivono grazie a “Mani pulite”, si sono levati a difendere l’integerrimo magistrato: “Non un euro è entrato illecitamente nel Suo patrimonio”.

Neanche nel mio, potrei ribattere, ma mai nessuno si è guardato bene dal dirlo e mai nessuno ci ha concesso di dirlo.

Alcuni giornalisti meritevoli hanno cercato di attaccare l’ex magistrato con la storia dei cognati, della famiglia, degli appartamenti dimenticando però che non esiste nulla di più grave che aver chiesto l’arresto di centinaia d’individui senza uno straccio di prova !

Abbate Michele, Abbate Nino, Abete Luigi, Acampora Giovanni, Acciai Sergio, Acquaviva Gennaro, ……, Zuliani Roberto sono i nomi elencati in una specie di annuario telefonico pubblicato una decina di anni fa (cfr. Gianni Barbacetto Peter Gomez Marco Travaglio, Mani pulite La vera storia Da Mario Chiesa a Silvio Berlusconi, Editori Riuniti, I edizione: giugno 2002) e di cui pare esista una nuova edizione. E’ giusto, per quel tipo di giornalisti, festeggiare il 20° anniversario della negazione dei diritti umani, della negazione dei diritti della difesa, della prevaricazione, dell’abuso di potere, della violazione del segreto istruttorio, delle restrizioni della libertà per estorcere confessioni nella maggior parte dei casi false, delle combutte tra certi avvocati e potere pubblico, della vittoria alle elezioni non combattendo lealmente con un avversario, ma eliminando l’avversario con la delazione a mezzo stampa ( cosa per altro ancora di moda più che mai oggi). Questi giornalisti ricordino comunque che nessuno ci ha battuto alle elezioni: l’ultima volta nel 92, abbiamo vinto noi, anche se per una manciata di voti.

Un giorno, se la verità vincerà e sarò ancora vivo, salirò su un palco e leggerò tutti quei nomi uno a uno per rendere loro giustizia perché sono  stati condannati ingiustamente prima della celebrazione dei processi.

Infine un’ultima considerazione rivolta a tutti coloro cui è dedicato l’ultimo libro del mio amico Lucio Magri.

Nella mia vita ho sempre combattuto il fascismo e il comunismo. Il fascismo fa parte, come diceva un mio maestro, dei “cadaveri putrefatti della storia”, mentre il comunismo ha fatto la fine del “sarto di Ulm”. Però come dimenticare la politica del “tanto peggio, tanto meglio” o le famose frasi “la giustizia deve fare il suo corso”, “ho completamente fiducia nella giustizia” (quando i processi riguardano gli altri) o certe liste elettorali per il Parlamento europeo (se non ricordate più quali chiedete ad  Occhetto).

Saragat ci diceva sempre: “Ricordatevi un comunista non diventerà mai socialdemocratico!”, ma cosa avrebbe detto se avesse visto quello che è successo in questi anni e la fine che ho fatto qui in Francia, dove passo le mie giornate a fare il “con” ,come dicono i francesi?

Forse questo: ” Ve l’avevo detto!”

NB A proposito il senatore della ghiaia (mio padre) di appartamenti ne aveva tre di cui uno  era  in una cooperativa. Io ne ho uno, per il momento.

1 thought on “8-Grazie Di Pietro

  1. Caro Roberto ! ho potuto notare che in questi giorni il “giornalista” Barbacetto fa comparsate televisive nei più svariati programmi pomeridiani della televisione italiana. …..ma non ho ancora ascoltato un suo pubblico commento circa le smascherate bugie del suo amico Di Pietro.

    ma tu non sei un “con” ! sei rimasta l’unica voce del dissenso storico ad un periodo di manipolazione della verità ! i protagonisti di quel periodo, in egual misura boia ed impiccati, si sono in qualche misura riciclati nei più svariati schieramenti politici.

    Ti abbraccio

    S

Comments are closed.